Manca circa un mese e mezzo all’appuntamento del 4 dicembre con cui gli italiani, armati di matita, dovranno decidere sulle sorti della nostra amata Costituzione.
Purtroppo, nei mesi di discussione sul contenuto della riforma e su quali saranno le conseguenze se dovesse vincere il Sì, spesso si è andati fuori rotta, evitando di entrare nel merito della riforma, passando a personalizzazioni fino ad attacchi pro o contro il Governo.
La Costituzione Italiana è un bene di tutti. Essa deve essere discussa mettendo da parte gli aspetti politici. Ci siamo interrogati su quanti cittadini siano effettivamente a conoscenza del contenuto della riforma. I dati emersi non sono particolarmente incoraggianti.
Ecco perché qualsiasi contributo è utile. Ecco perché è essenziale “arrivare” all’elettore che, il 4 dicembre prossimo, avrà una grande responsabilità. Per questo, è utile e necessario approfondire ogni punto della riforma costituzionale che andremo a votare, seppur nel modo più semplice possibile. Senza tecnicismi: per questo ci auguriamo che, da questo input, possa nascere l’esigenza di un serio approfondimento.
Alternativa Libera è fermamente decisa sulla linea del No. Ecco quali, a nostro avviso, rappresentano i punti di caduta più importanti rilevati all’interno del testo della riforma Renzi-Boschi.
SENATO
- Non viene abolito ma si crea confusione nelle competenze assegnate
- Non si riducono i costi
- Non si eleggono i senatori, ma rimane una partita interna ai partiti
- Viene garantita l’immunità a Sindaci e Consiglieri Regionali
LEGGI
- Più complicato il procedimento legislativo e quindi più lento
- Si cambia solo il nome al decreto legge che diventa legge di programma a data certa
- Si complicano le competenze e i passaggi tra camera e senato
GARANZIE
- Il presidente della Repubblica può essere eletto da una maggioranza garantita da leggi elettorali fortemente maggioritarie
- I Giudici della corte sono nominati dalla Camera (3) e dal Senato (2), ma la sproporzione tra camera e senato è evidente
PARTECIPAZIONE
- Si aumenta il numero di firme per la presentazione di leggi popolari
- SI rende il quorum per i referendum abrogativi ballerino
- Si rimanda ad una successiva legge di rango costituzionale la gestione delle leggi popolari in parlamento
RAPPORTI STATO-REGIONI
- Non si innova o semplifica, ma si ratifica quanto già deciso negli anni dalla Corte Costituzionale
- Si introduce la clausola di supremazia, con buona pace del principio di sussidiarietà degli enti locali
- Si ricreano ministeri da zero (vedi Ministero del Turismo) con costi sconosciuti che azzerano eventuali risparmi
Pubblichiamo qui (clicca per aprire l’opuscolo sulla riforma costituzionale) un piccolo contributo in più che sarà utile alla causa del voto consapevole.
P.S. #IoVotoNo