“La cyber-security è una cosa seria e delicata, che ha ricadute enormi sulla sicurezza dei cittadini e sul sistema industriale italiano, che non può essere disciplinata con un emendamento di poche righe presentato dal governo nella notte mentre si discute il decreto fiscale.
Questo modo di agire si confà più ai manigoldi che a uno Stato moderno ed efficiente che si preoccupa di fare le cose per bene, soprattutto se si considera che una legge organica sulla cyber-sicurezza è in via di approvazione da parte della Camera, dopo due anni di lavoro. Una norma, quest’ultima che salvaguarda gli interessi nazionali e la segretezza, senza però derogare ai necessari principi di trasparenza e di controllo parlamentare.
Speriamo che, dopo aver ritirato per la seconda volta l’emendamento che vuole affidare la sicurezza cibernetica ad una fondazione di diritto privato controllata dai servizi segreti, senza nessuna possibilità di controllo da parte delle istituzioni democraticamente elette, il governo abbia capito che questa materia non può essere disciplinata con norme raffazzonate fatte per salvaguardare l’orticello di qualcuno a discapito dell’intero Paese.
Il veicolo legislativo per disciplinare la sicurezza informatica dell’Italia è la proposta di legge sulla cyber-security, quindi il governo, o chi per lui, smetta di tentare improbabili blitz notturni e venga nelle Commissioni della Camera per scrivere la legge senza pasticciare”.
Lo afferma Massimo Artini, parlamentare di Alternativa Libera, e vicepresidente della Commissione Difesa della Camera.
Cyber-security, Artini: Basta soluzioni pasticciate del governo con emendamenti notturni
“La cyber-security è una cosa seria e delicata, che ha ricadute enormi sulla sicurezza dei cittadini e sul sistema industriale italiano, che non può essere disciplinata con un emendamento di poche righe presentato dal governo nella notte mentre si discute il decreto fiscale.
Questo modo di agire si confà più ai manigoldi che a uno Stato moderno ed efficiente che si preoccupa di fare le cose per bene, soprattutto se si considera che una legge organica sulla cyber-sicurezza è in via di approvazione da parte della Camera, dopo due anni di lavoro. Una norma, quest’ultima che salvaguarda gli interessi nazionali e la segretezza, senza però derogare ai necessari principi di trasparenza e di controllo parlamentare.
Speriamo che, dopo aver ritirato per la seconda volta l’emendamento che vuole affidare la sicurezza cibernetica ad una fondazione di diritto privato controllata dai servizi segreti, senza nessuna possibilità di controllo da parte delle istituzioni democraticamente elette, il governo abbia capito che questa materia non può essere disciplinata con norme raffazzonate fatte per salvaguardare l’orticello di qualcuno a discapito dell’intero Paese.
Il veicolo legislativo per disciplinare la sicurezza informatica dell’Italia è la proposta di legge sulla cyber-security, quindi il governo, o chi per lui, smetta di tentare improbabili blitz notturni e venga nelle Commissioni della Camera per scrivere la legge senza pasticciare”.
Lo afferma Massimo Artini, parlamentare di Alternativa Libera, e vicepresidente della Commissione Difesa della Camera.
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Autore
Alternativa Libera