L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha espresso parere negativo sulle delibere approvate dai Comuni friulani, per l’acquisto della MTF S.r.l., da parte di Ambiente Servizi S.p.A., di cui gli enti locali detengono le quote. In seguito alla bocciatura dell’operazione, l’Autorità guidata da Giovanni Pitruzzella ha dato disposizioni di revocare tutte le delibere approvate entro sessanta giorni. Qualora questo non avvenisse, sarà la stessa Autorità ad inoltrare tutta la documentazione alla Corte dei Conti.
Ambiente Servizi S.p.A. è la società per azioni a capitale interamente pubblico, che si occupa della raccolta dei rifiuti ed esercita la propria attività attraverso all’affidamento diretto dei servizi da parte dei Comuni soci; MTF S.r.l., invece, è la società di proprietà del Comune di Lignano Sabbiadoro (UD) per il 99%, che si occupa della gestione dei rifiuti in tale Comune.
La convocazione nei consigli comunali dei ventritré soci della Società Ambiente Servizi, necessaria per autorizzare l’acquisizione di partecipazione in MTF S.r.l., è avvenuta a ridosso della scadenza per l’autorizzazione.
Il Comune di Porcia (PN), ultimo Comune ad aver convocato il Consiglio Comunale in extremis (ultimo giorno per approvare l’acquisizione), detiene lo 0,21% delle quote di Ambiente Servizi S.p.A., percentuale ininfluente per quanto riguarda il “controllo analogo” dei soci, ma di rilevante importanza per questa operazione, in quanto la delibera doveva essere approvata all’unanimità, con un investimento economico pari a due milioni di euro.
In sede di consiglio comunale, la consigliera Elisa Barbuto ha fatto notare che non si è tenuto conto del parere dei revisori dei conti, che poneva dubbi di sostenibilità finanziaria dell’operazione e neppure si è osservata la legge per la quale è vincolante attuare forme di consultazione pubblica sulle proposte di delibera.
«Ambiente Servizi S.p.A. in Friuli sta diventando il gestore unico del servizio di raccolta rifiuti – spiega Elisa Barbuto – perché è stata imposta dalle amministrazioni locali a guida PD, nonostante sia fuori dai parametri economici e svantaggioso rispetto a preventivi sottoposti all’amministrazione da altri soggetti».
«Questa operazione calata dall’alto, fatta con soldi pubblici, e già costata alle tasse dei cittadini decine di migliaia di euro per pareri legali – sottolinea la consigliera di Alternativa Libera – e causerà altri inevitabili costi in avvocati, qualora le delibere dei Consigli Comunali non venissero revocate».
Ora si attendono gli esiti degli esposti fatti da Elisa Barbuto alla Procura della Repubblica e all’Autorità Nazionale Anticorruzione.