“Alle ore 12.20 circa del 13 dicembre 2015 il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, annunciava al Paese che in brevissimo tempo si sarebbe costituita una Commissione Parlamentare d’inchiesta sul crack di Banca Etruria, CariChieti, CariFerrara e Banca Marche.
Sono trascorsi esattamente 90 giorni da allora e di questa ormai onirica Commissione non vi è alcuna traccia. Il Paese è ancora in attesa dello strumento legislativo con cui il governo dovrebbe dare il via ai rimborsi di obbligazionisti e risparmiatori truffati dalle banche.
Nel frattempo, però, l’esecutivo ha introdotto pesanti restrizioni all’esercizio dell’azione di responsabilità per i risparmiatori danneggiati dagli istituti di credito e sta provando a cancellare le sanzioni pecuniarie per banchieri, al solo scopo di difendere l’indifendibile operato dei vertici delle banche. Mentre il 1 marzo 2016 la Banca d’Italia ha sanzionato per la seconda volta Pier Luigi Boschi, padre della ministra delle Riforme, per le sue condotte quando era al vertice di Banca Etruria.
Se l’immobilismo del Governo per fare luce sui crack bancari è legato al ruolo di Pier Luigi Boschi in questa vicenda, allora è bene che la ministra faccia un passo indietro, altrimenti si proceda con rapidità all’istituzione della Commissione d’Inchiesta”.
Lo affermano i deputati di Alternativa Libera-Possibile, Marco Baldassarre, Pippo Civati, Samuele Segoni, Luca Pastorino, Massimo Artini, Beatrice Brignone, Eleonora Bechis, Tancredi Turco, Andrea Maestri e Toni Matarrelli.