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Programma

LINEE PROGRAMMATICHE DI ALTERATIVA LIBERA
Partendo dai valori base della Costituzione della Repubblica Italiana, della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e del Codice Antimafia, la linea politica portata avanti in Parlamento ha l’obiettivo di migliorare la qualità di vita delle persone, portando i benefici maggiori al maggior numero di persone possibile e generando un benessere diffuso.
Per scegliere la linea politica valutiamo, senza preconcetti o posizioni ideologiche, tutte le questioni di importanza fondamentale per la buona qualità di vita dei cittadini, entrando nel merito di ogni singolo caso e mettendo in essere azioni concrete nei luoghi della vita reale e nelle istituzioni.
Quello che segue è volutamente un sunto schematico e scarno, perché non potevamo scrivere un documento di 40 pagine. Per ogni punto verranno presto linkati una scheda più approfondita e gli atti parlamentari depositati. Sono comunque evidenziati i principali collegamenti trai i vari punti, a dimostrazione dell’interdisciplinarietà e dell’organicità della proposta politica.
I punti che seguono contengono solo soluzioni concretamente implementabili nel medio e breve termine nel contesto economico e politico attuale. Non ci sono sogni irrealizzabili, né sfondoni populisti.
Inoltre è bene ribadire che quello che segue non è il programma politico nazionale definitivo di Alternativa Libera: esso infatti dovrà tenere conto di tutti gli spunti possibili (interni ed esterni) e dovrà essere discusso, votato ed approvato dall’assemblea costituente.
Il documento seguente quindi rimarrà sempre aperto, dinamico e in continua evoluzione.
LAVORO
Il lavoro è un elemento che dovrebbe contribuisce in maniera rilevante alla dignità ed all'autodeterminazione delle persone. Occorre affrontare questo tema da più punti di vista: quello occupazionale (necessità di innescare politiche mirate in settori strategici in grado di generare più posti di lavoro), quello del mercato del lavoro (equilibrare interessi delle diverse parti, dipendenti, datori di lavoro, autonomi, puntando maggiormente ai diritti e ai doveri), quello dell’attenzione verso chi è momentaneamente senza lavoro, con strumenti volti a favorire un reinserimento nel mondo del lavoro.
  • Creazione di nuovi posti di lavoro attraverso lo sviluppo e gli investimenti nei settori: ambiente, energie rinnovabili, agricoltura, turismo e sociale. Questi settori sono ritenuti strategici, anche per l’elevata occupazione generata a parità di investimento;
  • Istituzione di un reddito minimo garantito per chiunque viva al di sotto della soglia di povertà relativa, volto a reinserire l’individuo nel mercato del lavoro, prevedendo anche corsi di formazione utili ad aumentare le proprie competenze e attitudini;
  • Contrasto alla precarietà nel mondo del lavoro. Eliminazione del contratto a tempo determinato, utilizzo del solo contratto a tutele crescenti, così modificato: tempo massimo delle tutele crescenti abbassato a 18 mesi, superati i quali al contratto a tempo indeterminato vengono ripristinate le tutele ante JobsAct;
  • Sgravi fiscali alle aziende che utilizzano il contratto a tutele crescenti in base all’utilizzo: sgravio al 50% alle aziende che utilizzano un dipendente per un periodo inferiore a 18 mesi: sgravio al 100%, e successivo accreditamento del restante 50%, alle aziende che confermano il dipendente oltre il diciottesimo mese, a tempo indeterminato;
  • Riallineamento dei livelli contributivi tra uomini e donne.
PENSIONI E PREVIDENZA SOCIALE
Il diritto alla pensione va tutelato e garantito sia a chi oggi detiene i requisiti per l'accesso, sia alle giovani generazioni in futuro. Perciò oltre alle normative in materia previdenziale si deve agire anche nel riordino degli istituti, protagonisti per l'erogazione del servizio.
  • Innalzamento della soglia delle pensioni minime e progressiva tassazione delle cosiddette “pensioni d’oro”;
  • Introduzione del Patto Generazionale Contributivo;
  • Riforma del sistema pensionistico, abrogazione delle “Legge Fornero” (legge del 28 giugno 2012, n.92);
  • Accorpamento delle casse previdenziali private;
  • Riforma della governance I.N.P.S. (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) con reintroduzione del Consiglio di Amministrazione.
ECONOMIA E FINANZA
Troppo a lungo per lo sviluppo dell’Italia si è puntato su alchimie finanziarie e sull’espansione infinita del settore terziario. Interi settori produttivi hanno perso strategicità ed è mancato un progetto economico, industriale e produttivo organico. Occorre quindi reindirizzare gli investimenti pubblici e privati verso l’economia reale, secondo modelli di sviluppo sostenibili e innescando circoli virtuosi ben integrati all’interno di una visione organica compatibile con un’economia circolare (vedi ad esempio le profonde interconnessioni con la sezione seguente), con la generazione di un benessere diffuso e con il recupero di margini di sovranità sempre maggiori.
  • Detassazione degli utili derivanti dai prestiti all’economia reale, incentivazione investimenti in ricerca e sviluppo;
  • Riforma del sistema bancario per ottenere una maggiore erogazione di credito e rendere il sistema più etico; riforma degli organismi di vigilanza;
  • Revisione del sistema fiscale del regime dei minimi;
  • Introduzione del pagamento della tassa IMU da parte degli istituti religiosi;
  • Cancellazione della tassazione e del versamento dei contributi previdenziali per i lavoratori con reddito mensile fino a € 1.000,00 lordi, con coperture previdenziali a carico dello Stato grazie alle risorse recuperate dal punto successivo;
  • Legalizzazione e regolamentazione della produzione delle cosiddette “droghe leggere” (cannabis) e regolamentazione della prostituzione. Tali azioni sono finalizzate tra le altre cose a combattere la criminalità organizzata togliendo fonti di guadagno, creare nuovi posti di lavoro, far emergere economia sommersa e reperire risorse economiche per finanziare altri interventi normativi;
  • Piano nazionale dell’acciaio, basato tra l’altro sul recupero e riciclo di materiale e agganciato ad un piano di manutenzione straordinaria del materiale rotabile ferroviario;
  • Introduzione di una fiscalità ambientale che favorisca uno sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, energetico ed ambientale
AMBIENTE, TERRITORIO E SVILUPPO ECOSOSTENIBILE
Alternativa Libera ha una visione del nostro Paese come di un grande e complesso ecosistema, in cui è necessario trovare l’equilibrio e l’interconnessione tra aspetti che la politica tradizionale ha sempre considerato a compartimenti stagni se non addirittura contrapposti: energia, sviluppo economico, qualità dell’aria e dell’acqua, cura del territorio, paesaggio, edilizia, rischi naturali. Uno dei punti di forza del programma di AL è ripensare e dare risalto a queste interconnessioni: tutela dell’ambiente, difesa e sviluppo del territorio, produzione di beni e di energia, non solo possono essere resi compatibili tra di loro, ma possono anche dar vita ad un modello di progresso e di occupazione diverso da quello del secolo scorso in grado di generare lavoro, ricchezza e benessere diffuso.
  • Elaborazione di un piano energetico nazionale, diminuzione delle importazioni e la dipendenza energetica dall’estero, tramite: la riduzione dei consumi, lo sviluppo dell’autoconsumo e dei sistemi di accumulo e smart grid, l’emancipazione dalle fonti fossili, investendo sulla produzione da fonti energetiche con impatto ambientale minimo;
  • Intervento radicale sul ciclo dei rifiuti e sulle attività produttive, introducendo un’economia circolare;
  • Rilancio dell’agricoltura attraverso il turn-over generazionale, la gestione ecosostenibile del territorio, il recupero di terreni abbandonati e le produzioni alimentari di qualità, perseguendo così la riduzione della dipendenza alimentare dagli altri paesi;
  • Interventi sull’urbanistica e sull’assetto del territorio per rilanciare il settore edilizio e destinarlo al recupero e alle riconversione delle strutture esistenti, al fine di ottenere un’edilizia in sintonia con le dinamiche del territorio, con standard qualitativi eccellenti e capace di generare occupazione di manodopera altamente specializzata;
  • È già pronto un articolato insieme di proposte normative per riprogettare un’Italia più bella, più pulita, più salubre, con più occupazione e più resiliente ai cambiamenti climatici ed ai rischi idrogeologici;
SOCIALE, SOCIETÀ E SANITÀ
Pur riconoscendo la centralità della persona Alternativa Libera considera prioritario recuperare il senso di comunità. Il degrado sociale in cui viviamo deriva in primis dall’aver innescato una società in cui il singolo mette avanti i propri interessi personali, corporativi, o di nicchia. Il contesto in cui viviamo è composto da chi ci circonda, se ci disinteressiamo del prossimo, se ignoriamo gli ultimi, peggiora il contesto su cui viviamo e alla lunga tutti ne subiscono le conseguenze negative, anche sul piano personale. Alternativa Libera riconosce come principi irrinunciabili tutti i diritti civili, rispetta il pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche riconoscendo pari dignità e promuovendo la parità tra donne e uomini lottando contro ogni forma di razzismo, xenofobia, sessismo o di esclusione basate su identità di genere o orientamento sessuale.
  • Revisione dei meccanismi e dei ruoli legati alla maternità e alla paternità, prevedendo maggiori sostegni economici e servizi di assistenza alla famiglia per permettere di conciliare lavoro e famiglia;
  • Introduzione normativa della possibilità, per i figli minori di genitori separati, di interagire affettivamente allo stesso modo con entrambi i genitori in termini di presenza e tempo trascorso insieme (bigenitorialità);
  • Ribilanciamento degli interessi di circa 4 milioni di coniugi italiani separati, attraverso l’istituzionalizzazione di una cornice giuridica (modello tedesco) che preveda che l’assegno di mantenimento sia valutato caso per caso a seconda delle capacità patrimoniali e lavorative, e che applichi generalmente l’affido condiviso con doppia residenza del minore;
  • Riconoscimento delle unioni civili e del ruolo cardine che ricopre la famiglia, in ogni sua forma, nel processo di formazione e consolidamento delle comunità. Istituzione della piena autodeterminazione dell’individuo, con più modelli di diritto, che regolino i vincoli affettivi tra persone anche dello stesso sesso, al fine di creare un bilanciamento tra i diritti e i doveri negli schemi dei rapporti giuridici;
  • Difesa del diritto alla casa e contrasto all’emergenza abitativa tramite limitazione degli sfratti, mappatura del patrimonio pubblico di edifici da adibire ad abitazione popolare;
  • Garanzia del diritto all’assistenza sanitaria ed al sostegno e difesa della donna nell’interruzione di gravidanza;
  • Tutela della libertà di scelta consapevole e del principio di autodeterminazione.
SCUOLA, UNIVERSITÀ E RICERCA
Ogni progetto politico di cambiamento non può prescindere da un investimento a lungo termine sulla cultura e sull’istruzione. Anche in questo caso le ricadute positive sarebbero intersettoriali: un popolo più acculturato e meglio istruito costituirebbe una società migliore, inoltre gli investimenti in ricerca applicata porterebbero a brevetti, sviluppo economico ed occupazione.
  • Aumento delle risorse nel settore pubblico;
  • Introduzione di misure atte allo snellimento della macchina burocratica e alla semplificazione amministrativa;
  • Sostegno agli studenti meritevoli nei percorsi di studio;
  • Aumento del finanziamento delle attività di ricerca, destinando e concentrando la maggior parte delle risorse su pochi settori ritenuti strategici per lo sviluppo nazionale e per il rilancio economico e occupazionale.
GIUSTIZIA E LEGALITÀ
Questo settore è essenziale per un serio progetto di ricostruzione del Paese. Solo dove c’è giustizia, legalità e pari dignità ci può essere pace sociale. Occorre recuperare uno Stato di diritto in cui si abbia la certezza che le illegalità verranno presto scoperte e punite. Uno Stato in cui vengano premiati gli onesti e non i disonesti, il cui il contesto normativo e procedurale sia chiaro, coerente. Crediamo che uno Stato in questo modo sia più autorevole, più giusto, più attrattivo per investitori e turisti.
  • Predisposizione di norme e riforme strutturali al fine di garantire la certezza del diritto ed assicurare la certezza della pena;
  • Velocizzazione dell’accertamento delle responsabilità penali ed istituzione di maggiori garanzie per la tutela dei diritti in ambito civile;
  • Snellimento delle regole procedurali dei processi per arrivare alla conclusione entro il termine prescrizionale;
  • Inasprimento della lotta all’illegalità e alla criminalità organizzata;
  • Lotta all’evasione fiscale, soprattutto nei confronti dei grandi evasori;
  • Contrasto al riciclaggio, all’auto-riciclaggio e al possesso all’estero di attività finanziarie invisibili;
  • Potenziamento dell’istituto del gratuito patrocinio;
  • Ricalcolo del contributo unificato con criteri direttamente proporzionali al valore della causa;
  • Formazione e valorizzazione della professionalità delle risorse umane impiegate negli uffici giudiziari;
  • Promozione di attività per il reinserimento sociale e professionale degli ex detenuti
ISTITUZIONI, COSTITUZIONE, PARTECIPAZIONE
Le riforme del Paese devono essere inquadrate anche nell'ottica di una partecipazione diversa alle scelte politiche. Le riforme costituzionali sono un tema che viene affrontato solitamente nelle aule parlamentari senza un briciolo di condivisione con i cittadini: è uno dei temi nevralgici per la classe politica, perché consente di impostare ed imporre metodi di pensiero e di governo. Viene così a crearsi la situazione che ci troviamo di fronte oggi. I cittadini si sentono disillusi e sono volutamente tenuti lontani dalle istituzioni, anche da quelle locali che sempre più spesso vengono esautorate da qualsiasi potere decisionale effettivo. Questa situazione costituisce un terreno fertile per fenomeni come malcostume, populismo, leaderismo, annullamento del senso civico. L’orgoglio di appartenere ad un paese di così importante storia, fa, purtroppo, il pari con un lassismo mentale, distrutto dalle azioni politiche svolte negli ultimi 25 anni. La nostra volontà è riportare al centro della vita politica la partecipazione: i momenti di partecipazione e di creazione di consapevolezza sono alla base della struttura politica di Alternativa Libera e si devono riflettere anche nelle scelte programmatiche e politiche.
  • Avvio una fase costituente, in una assemblea votata dai cittadini, con un sistema proporzionale puro, che abbia tra i suoi punti fondamentali la necessità, per coloro che vogliano presentarsi alla elezioni di riforma costituzionale, di presentare la proposta di riforme durante la campagna elettorale, con persone elette per un mandato mirato;
  • Limitare le garanzie per gli eletti: la possibilità di sentirsi immuni da qualsiasi reato (così come è stato inteso dalle altre forze politiche negli ultimi 40 anni) deve essere modificato in costituzione, dando seguito alla volontà degli stessi Padri costituenti che mai si sarebbero immaginati il degrado morale che pervade ora il paese. L’idea è di conservare le forme di immunità solo per la parte di espressione del pensiero nel rispetto pieno del mandato parlamentare;
  • Riflessione sul bicameralismo: l’esigenza di snellire ed rendere efficiente il processo legislativo, deve essere affrontata innanzitutto affinando i regolamenti parlamentari, strumento spesso ignorato dai cittadini, ma di una potenza incredibile. La riflessione sul bicameralismo deve sfuggire alla logica del risparmi: l’abbassamento dei costi della politica non può avvenire abbassando il livello di democrazia;
  • Più strumenti di partecipazione da introdurre in Costituzione, nelle leggi ordinarie e nei regolamenti delle Camere per consentire referendum deliberativi ed abrogativi senza quorum, per dare più spazio alle proposte di legge di iniziativa popolare, per limitare lo strapotere del Governo (limitandone ad esempio la capacità di legiferare tramite lo strumento del decreto legge), per aumentare il livello di partecipazione e di dibattito pubblico nelle scelte che impattano sul territorio e sulla salute pubblica;
  • Revisione del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali) mirando ad avere votazioni sul bilancio qualificanti, una tutela circa le prerogative verso gli uffici comunali, finalizzate a garantire la possibilità reale per gli eletti di controllare le amministrazioni e di poter incidere nei processi decisionali. Revisione del ruolo e del mandato dei consiglieri comunali, che attualmente sono completamente ininfluenti nel ruolo del consigliere di minoranza, oppure incentivati ad obbedire ciecamente nel ruolo di consiglieri di maggioranza. Una riforma in tal senso avrebbe il merito di avviare processi politici più meritocratici, evitando al contempo un mandato quasi privo di controllo per i sindaci;
  • Abbassamento dei costi della politica tramite: riduzione stipendi e rimborsi dei parlamentari, meccanismi di super-tassazione dei vitalizi pregressi (nell’impossibilità di eliminarli), riduzione dei benefit, revisione del bilancio dei Ministeri e delle Camere. Eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti, a fronte della possibilità di ricevere finanziamenti non più alti di 10.000 per singola persona fisica, e sopra i 1.000€ con un giustificativo, che dovrà essere sempre reso pubblico.
ESTERI, DIFESA E SICUREZZA
L'Italia nel mondo come portatore di un modello differente: affrontare senza pregiudizi la politica estera e di difesa.
  • Gestione pianificata degli obiettivi di politica di difesa e di esteri – da definirsi con un libro bianco ad aggiornamento sessennale – e conseguente programmazione triennale delle spese per armamenti (azioni adottate già da USA e Francia);
  • Introduzione di una legge quadro che permetta di valutare al meglio la partecipazione alle missioni internazionali, facendo valere le necessità specifiche del Paese e non accogliendo solamente le richieste dei paesi alleati;
  • Ottimizzazione delle forze di polizia e di sicurezza già presenti sul territorio, amalgamando tra di loro le componenti disponibili a livello di interforze (es. strutture logistiche e componenti elicotteristiche/aeronautiche/navali);
  • Nuovo impulso alla cooperazione in aree dove la nostra presenza è riconosciuta come affidabile (Medioriente, Africa, Europa balcanica) e alla stabilizzazione del paese, con un incremento robusto degli investimenti dello stato, finalizzato al raggiungimento del rapporto 70-30 tra impegno militare (più oneroso per definizione), ma con un approccio totalmente diverso, basato su una progettualità che si confronti con la realtà dei fatti;
  • Impulso alla regolamentazione del commercio delle armi così come avviene già in Italia grazie alla legge 185/90, l’Italia deve essere portatore nel mondo di questo modello. Non solo tramite il supporto anche politico verso l’applicazione del trattato sul traffico delle armi, ma anche avviando, nei processi di stabilizzazione e cooperazione una maggiore sensibilizzazione verso i paesi maggiormente interessati al riarmo;
  • Impulso ad una maggiore democraticità delle istituzioni Europee e ad una maggiore armonizzazione delle legislazioni, in materia fiscale, del mercato del lavoro;
  • Nuova azione diplomatica in Medioriente e Africa, luoghi dove sarebbe richiesta una maggiore incisività dell’Italia (si pensi alla Somalia o al Libano), mentre ci facciamo sovrastare da altre nazioni alleate senza che la nostra presenza sia realmente fattiva;
  • Un maggiore rispetto della Costituzione in merito alla difesa del proprio territorio. Le parole dell’articolo 52 della costituzione vanno declinate rispetto a quello che è l’attuale situazione del paese, dando ad esempio forte impulso alla difesa cibernetica. Alternativa Libera ha una proposta strutturata di riforma dell’attuale sistema di difesa cibernetica e prospetta investimenti che siano almeno 10 volte l’attuale situazione. La difesa, ed il contrattacco cibernetico, sono un volano di sviluppo ancora maggiore del decantato sviluppo portato dalle imprese di produzioni di armi. Il dominio del cyber-space, è effettivamente un problema che l’Italia ha dimenticato negli anni (a differenza di paesi come Israele o gli Stati Uniti che l’hanno messo come cardine della difesa futura, dovuta all’estrema computerizzazione della realtà che da qui in avanti ci troveremo a gestire);
  • Una progressiva priorità verso un’alleanza di difesa Europea, lasciando marginale e più tecnica, l’alleanza NATO. Questo è il punto più importante della politica dei prossimi 20 anni che l’Italia può portare avanti sia a difesa dei propri interessi, sia a difesa degli interessi europei. Posto che è irrealizzabile un distacco dalla NATO nell’immediato (un paese come il nostro, per le scelte politiche fatte, non ha le risorse per sopperire a quelle funzioni comuni che vengono coperte dall’alleanza NATO), ma senz’altro è programmabile la costruzione di una alleanza di difesa Europea che consenta di rendere il continente autonomo, da un punto di vista di scelte politiche (si pensi alle ripercussioni con la Russia), di scelte militari (si pensi all’interesse di stabilizzazione dell’Africa che è soprattutto Europeo) e di integrazione.
IMMIGRAZIONE
Alternativa Libera ha formalizzato e portato avanti con diversi atti parlamentari una visione globale, pragmatica e svincolata da preconcetti ideologici.
  • Realizzazione, a livello europeo, di corridoi umanitari nelle zone di canalizzazione dei flussi di migranti, quali le zone del centro Africa sub Sahariane e del corno d’Africa (Sud Algeria, Sudan, Gibuti) e del Medio Oriente (Libano), dove localizzare centri di smistamento, effettuare screening sanitari e valutare velocemente le condizioni giuridiche (Es. validazione dello status di rifugiato);
  • Introduzione di visti umanitari europei che vengano emessi, in collaborazione con l’Alto Commissariato ONU per i rifugiati, in uffici situati nei luoghi in cui originano i flussi (Sudan, Ciad, Niger, Gibuti, Tunisia, Egitto, Libano);
  • Revisione della convenzione di Dublino, attualmente in vigore, al fine di smistare a livello europeo i migranti con lo status di rifugiato ed evitare il sovraccarico in pochi paesi;
  • Bilanciamento degli aspetti SAR (Search and Rescue) e delle competenze sul mare, accentrando su un’unica forza la gestione delle problematiche e delle emergenze in mare;
  • Ideazione di una programmazione che – attraverso nuove capacità informatiche e modelli di previsione – possa fornire indicazioni su afflussi anomali, alleggerendo le prefetture nel lavoro della gestione dei flussi e agevolando le Regioni nella ricettività dei migranti;
  • Revisione della gestione dei CIE (Centri di Identificazione e di Espulsione) e del sistema privatistico della gestione dei migranti, in particolare dei CARA (Centri di Accoglienza per i Richiedenti Asilo);
  • Incrementare i fondi destinati alle commissioni di valutazione dello status di rifugiato, al fine di ridurre il tempo di attesa nei centri d’accoglienza dei richiedenti asilo. Infatti, il costo giornaliero nei CARA per ogni singolo migrante è di €30,00 (nel 2014 si sono registrati 171.000 migranti con tempi di permanenza di circa 45 giorni. Costo per lo Stato di circa €230 milioni)
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