“Affermare che l’eventuale stop alle trivelle porterebbe alla perdita di migliaia di posti di lavoro è demagogia allo stato puro e dimostra una grave carenza del buon senso di cui Renzi sostiene di essere dotato.
Le esternazioni del premier non tengono conto dei rischi per l’ambiente, per la salute dei cittadini e delle gravi ripercussioni per l’indotto del settore turistico di tutte quelle aree deturpate dalla presenza di questi ecomostri.
L’attività di estrazione farebbe perdere migliaia di posti di lavoro in ogni caso, portando più danni che benefici. E tutto questo in nome di che cosa? Non raggiungeremmo comunque l’agognata autonomia energetica. La bilancia di Renzi di questo non tiene conto?
Se i posti di lavoro che il presidente del Consiglio teme vadano perduti con il blocco sono quelli di chi dovrebbe riparare ai danni ambientali provocati dalle trivellazioni, allora saremmo lieti di perderli.
Vorrebbe dire che avremmo un mare più pulito, meno rischi per la salute delle popolazioni che vivono in quelle aree e magari un’Italia orientata finalmente verso l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili che potrebbero garantire migliaia di posti di lavoro.
Il vero controsenso è quello di continuare a insistere sullo sfruttamento di fonti fossili mentre il mondo intero pianifica di cambiare orientamento. Invitiamo il premier a non ‘fossilizzarsi’ su queste posizioni e a cambiare registro perché se vuole portare lo scontro sul piano personale, identificando il referendum come una consultazione ‘contro Renzi’ o ‘pro Renzi’, potrebbe avere spiacevoli sorprese visto che, finora, il popolo italiano non ha mai avuto il piacere di potersi esprimere sul suo conto“.
Lo affermano i deputati di Alternativa Libera, Marco Baldassarre, Massimo Artini, Samuele Segoni, Eleonora Bechis e Tancredi Turco.